Il mondo segreto di Alice – parte 6

numero1

Autore del quadro: Giuliano

Alice è sempre stata una bambina tranquilla che si faceva voler bene. Fin dal nido si legò a Greta, anche lei con un bel carattere. Presto le due famiglie divennero amiche e favorirono il legame tra le due bambine. Così i genitori si trovarono d’accordo nel mandarle all’asilo e alle elementari insieme. Greta era la terza di quattro fratelli. I genitori erano persone semplici, simpatiche, che facevano sacrifici per dare un’educazione ai figli, più di una volta sono intervenuto per aiutarli e ne sono sempre stato contento.

Ora che le ragazze erano grandi il loro legame sembrava davvero indissolubile. Erano amiche e complici. Così, l’avventura l’avevano nel sangue. Partite con due ragazzi con un mandato delle madri alla scoperta del padre legittimo mai conosciuto (che gli avevano detto essere un pezzo grosso del sismi) erano davvero incuriosite.

Io approdai agli studi di scienze politiche dopo aver già acquisito un diploma superiore in fisica delle particelle quando mi proposero di intraprendere la specializzazione di mediatore culturale accettai. Si trattava di inquadrarsi in una nuova figura professionale ad alta specializzazione. Così approfondii i miei studi e li arricchii di materie batteriologiche e chimiche. In contemporanea insieme ad altri scienziati demmo via al progetto “Genoma”. Eravamo un gruppo di scienziati che credeva che la prole non fosse il risultato equivalente del patrimonio genetico dei genitori ma che fosse qualcosa di diverso. Dopo 25 anni riuscimmo a sintetizzare l’intera catena del DNA. Fu un successo. Intanto i problemi incalzavano. Non ultimi quelli di salute.

Sul perché non volli mai vedere mia figlia fino al compimento del suo diciottesimo anno di vita era legato molto al mio lavoro che mi impegnava su più fronti. In primo luogo essere un ufficiale dei servizi segreti con mansioni operative avrebbe potuto esporre la mia famiglia a rappresaglie qualora mi avessero voluto colpire, in secondo luogo era davvero difficile poter conciliare un luogo dove poter rimanere. Io non ho mai rinunciato ad esserle vicino, le ho sempre fatto regali per il compleanno o a Natale e l’avere la complicità della madre ci rendeva comunque una famiglia.

Stavano per arrivare a Ravenna e l’atmosfera era ridanciana. Alice e Greta erano felici di festeggiare il compleanno su di una Ferrari con due ragazzi simpatici e pieni di risorse, così diversi da ciò che avevano conosciuto prima. Se tutto andava secondo i piani la mattina del giorno dopo si sarebbero trovate a Paros. Ad aspettarle, ormeggiato al porto, un cabinato a motore di quindici metri prestato al padre per l’occasione da un collega arabo. Lo stupore sembrava rubare il respiro non solo alle ragazze. Intanto Alice pensava al suo Peter con un poco di nostalgia.

Peter era un ragazzo di origini inglesi che Alice aveva conosciuto ad una festa di carnevale e di cui si era invaghita. I due si erano poi rivisti altre volte e sembrava che le cose funzionassero. Ora Peter era andato in Inghilterra ma sarebbe tornato presto.

Erano tutti a bordo con la nave pronta a salpare. Avrebbero navigato tutta la notte ma nessuno avrebbe dormito. Ad Alice e Greta erano state riservate due cabine diverse, entrambe matrimoniali, con un enorme guardaroba dove avrebbero potuto scegliere i vestiti che più garbavano loro, per non parlare delle scarpiere… Tutto quello che poteva piacere a due giovani donne.