A lezione… nella sala delle torture

IMG_0248

Molti degli attuali studenti dell’istituto d’arte Venturi, a fianco della chiesa di S. Domenico a Modena, vicino alla centralissima Piazza Roma, non sanno molto probabilmente quali sono le persone o istituzioni che hanno vissuto ed operato nell’edificio. Il convento di S. Domenico, alloggio della congregazione religiosa che fin dal 1200 aveva la delega papale a perseguire e sterminare gli eretici, aveva sede nell’odierna scuola. Oltre al convento  vi era il complesso degli uffici della modenese Inquisizione. A Modena ebbe una vita lunghissima, questo tribunale tenebroso e terribile dal suo insediamento  alla metà del 1200 fino alla sua soppressione nel 1785.
IMG_0245Come dice la storica modenese di fede evangelica Irene Bitassi, l’inquisizione si riorganizzò nel 1542 con la bolla papale Licet ab initio di Paolo III per renderla più efficiente contro i dissidenti protestanti. Tutta la documentazione relativa a questi secoli di storia è visionabile nei documenti conservati nell’archivio  storico di Stato di Corso Cavour. Molti non lo sapranno, ma Modena annovera assieme a  Venezia l’unico archivio inquisitoriale completo, mentre quelli di altre città vennero distrutti durante il periodo napoleonico od occultati dalla autorità ecclesiastica. Il valore di questo patrimonio documentale è veramente eccezionale e pone Modena quale  punto di riferimento  a livello  internazionale per gli studiosi di questi periodi. Nel  corso dei secoli vari editti  dal 1568 al 1712 definirono i reati di competenza del Sacro Tribunale. Si spazia dalla bestemmia all’eresia,  alla lettura ed il possesso di libri proibiti, abuso nei sacramenti, familiarità con gli ebrei, adesione ai loro riti  ed inoltre isolamento dei medesimi nel ghetto nel quale erano rinchiusi. Ma quello che desta più interesse è il 1600,  secolo nel quale si concentrano decine e decine di processi relativi a magia, stregoneria, partecipazione  al sabba e adorazione dei demoni. Il processo partiva dietro denuncia o autonoma discrezione del  padre Domenicano inquisitore  e spesso si procedeva  all’arresto  che portava alla custodia preventiva che poteva anche durare anni. Il tutto nel massimo segreto tanto che gran parte degli imputati  non sapeva il perchè era detenuto.
IMG_0241I disgraziati di turno venivano poi indotti a confessare dopo essere sottoposti a tortura. I tormenti che venivano inflitti in una sala dell’attuale liceo consistevano nella tortura della corda con la quale venivano fatte fuoriuscire le clavicole che poi venivano riposizionate, nei sibioli, legnetti con viti che venivano messe alle dita dei piedi delle mani o ai talloni. Nei casi di particolare importanza si infliggevano bruciature alla pianta dei piedi o in altre parti del corpo. Le pene per i colpevoli andavano dalla pubblica abiura, alla gogna, all’espropriazione dei beni, alla messa al bando, oppure la messa ai remi sulle famigerate navi galere veneziane o pontificie. Relativamente poche le condanne a morte, anche se l’ultima si ebbe nel 1727. 

Queste tragiche storie  di controllo violento delle coscienze sono documentate da 5185 fascicoli che riguardano 6070 modenesi  di ogni ceto ed età perseguiti per la libertà. Consiglio a tutti per l’agevolezza  e l’interesse il libro della D.ssa Bitassi I protestanti di Modena, che tratta delle eresie calviniste del ‘500, edizioni Il Fiorino, tel. 059 281577.
Speriamo che i docenti e gli studenti del Venturi  vivano finalmente in un luogo in cui si creano coscienze libere e tolleranti.

IMG_0243

Antonio

Ebrei nel… Gargano

IMG_0203

Intendo fare partecipi gli amici del blog di una storia davvero singolare e che in questi ultimi anni è tornata alla cronaca dopo alcuni decenni di oblio. A Sannicandro Garganico, piccolo paese dell’entroterra pugliese, viveva verso la fine degli anni venti un bracciante agricolo, invalido di guerra: Donato  Manduzio, devoto ed assiduo lettore della Bibbia, non ebreo, che cominciò a studiare e leggere e rileggere l’Antico Testamento. Dopo alcuni anni si convinse e convinse anche un piccolo gruppo di compaesani a seguire come scrittura ispirata solo l’Antico Testamento in quanto rivelato agli ebrei, ed essi stessi sotto la guida di Manduzio si definirono figli d’Israele, dopo secoli che nel Gargano non  ne abitava nessuno.
IMG_0205
Donato Manduzio ed i suoi seguaci fondarono  una sala di riunione basata sulle norme ebraiche senza immagini e statue. Il culto, oltre che sulla lettura di brani della Bibbia (di cui venivano osservate tutte le festività antiche), era basato su canti che il Manduzio componeva per la comunità. Il leader del piccolo gruppo di contadini neo-convertiti ignorava completamente che in Italia, all’epoca, esistesse una minoranza ebraica di circa sessantamila persone sparsa per il centro-nord. Fu un venditore ambulante di passaggio che informò Manduzio dell’esistenza di una fitta rete di comunità in tutta Europa. Intanto, anche l’autorità ecclesiastica ed i carabinieri cominciavano ad interessarsi a questo strano gruppo che osservava il Sabato ed il Kippur oltre che la Pasqua e le Capanne. Dopo la rivelazione dell’ambulante, Manduzio si mise in contatto con la Comunità di Roma, dove in un primo momento la cosa venne vista come una bizzarria. Verso il 1935 un rabbino ed altri funzionari di culto ebbero un incontro memorabile con i neofiti del Gargano e lasciarono loro libri di preghiera, scialli rituali ed altri oggetti destinati al culto.

Purtroppo però il clima stava cambiando rapidamente con la crescita dell’antisemitismo e la promulgazione delle leggi razziali del ‘38. Manduzio e tutta la sua Comunità, con coraggio ammirevole, si iscrissero all’anagrafe come ebrei. Da Roma i rabbini scrissero alle autorità locali che il gruppo non era riconosciuto come ebreo, per non esporre questo alla persecuzione. Solo nel 1945 la storia ebbe il suo lieto fine: dopo un corso di lezioni sull’ebraismo post-biblico, i seguaci di Manduzio furono tutti ufficialmente convertiti dal Rabbinato di Roma che decise per la circoncisione degli uomini e l’immersione rituale per le donne. Questi contadini, alla fondazione dello Stato d’Israele migrarono in gran parte nel nuovo Stato, dove si integrarono perfettamente e dove ne vivono tuttora i discendenti. Esiste tuttora una piccola comunità con Sinagoga a Sannicandro.
IMG_0211
In conclusione, per i  credenti questa storia ha un aspetto trascendente, mentre per gli storici è uno dei rari casi di conversione al giudaismo nati in zone deserte di ebrei.

Antonio