Il nostro corto a Roma – Il festival “Lo Spiraglio”

Il progetto che ci ha portato alla Casa del Cinema di Roma è iniziato più di due mesi fa.

Avevamo tante idee da mettere in pratica: la prima, un cortometraggio in occasione del festival cinematografico sulla salute mentale “Lo Spiraglio“.

Un paio di settimane fa arriva l’email di risposta: “Non siete stati selezionati, ma ci farebbe comunque piacere avervi a Roma per una conferenza in cui interverrete insieme ad altri partecipanti”. Così eccoci qua. E già che ci siamo cogliamo l’occasione per vedere la città.

Ornella

La partecipazione al “Festival Lo Spiraglio” è stata una tappa, un momento di condivisione e di scambio. Una soddisfazione nel vedere il nostro lavoro proiettato nella “Casa del cinema” in Villa Borghese e apprezzato da molti. E’ stato anche un momento di riflessione sulle nuove modalità di comunicare e di raccontarsi. I cortometraggi, o i video in generale, si presentano come nuovi strumenti per esprimersi, per raccontare i propri vissuti, condividere le proprie esperienze. Attraverso il corto, si è potuto infatti condividere con altri e riflettere sulla propria esperienza del terremoto. E’ questa a mio parere la modalità attraverso la quale si può creare una rete ampia di condivisione di esperienze e attraverso la quale si può ostacolare l’isolamento di chi vive nelle strutture riabilitative.

Mattia

Un breve resoconto della giornata. In generale, una bella giornata. Se tutto fosse andato secondo i programmi sarebbe già un buon risultato, invece è andata anche meglio di quello che pensavamo. Arriviamo a Villa Borghese in perfetto orario, facciamo il nostro intervento, veniamo intervistati da una radio, conosciamo persone che hanno apprezzato il nostro lavoro e scambiamo opinioni con loro. Sul festival, bisogna dire che l’occasione di incontro creata dagli organizzatori è un’ottima opportunità, soprattutto per uno studente che non conosce ancora bene l’ambiente della riabilitazione psichiatrica. Puoi osservare molte realtà diverse, quindi modi di lavorare diversi, persone da comunità e centri diurni di tutta Italia.
Alcuni degli altri lavori presentati sono davvero buoni, altri decisamente meno, e non solo dal punto di vista tecnico (su questo piano non posso criticare nessuno). Questo mi ha fatto capire perlomeno che quello che io e Ornella stiamo facendo insieme agli operatori della comunità è qualcosa che non è così diffuso nell’ambiente della riabilitazione. Qualcuno in sala, riferendosi alle varie attività che si svolgono nelle strutture riabilitative, parla di puro “intrattenimento”. Si sentono forti gli echi basagliani. Una signora con cui parlo alla fine dell’evento mi dice che le sembra di essere tornata agli anni ’80.
Ad ogni modo il bilancio è positivo e speriamo di partecipare presto ad altri eventi del genere.

Simona

Difficile spiegare cosa si prova  nel  vedere le immagini del nostro cortometraggio sul grande schermo in una sala vera e con tanto pubblico. Ma ancora più difficile è raccontare l’emozione che si prova quando alla fine la platea ti regala un applauso spontaneo che tu non ti aspetti perché il mestiere dell’educatore non lo prevede.  E’ un’emozione  forte perché generata dall’impegno di tutti, di chi ha creduto nell’idea, di chi si è alzato con me alle 5.00 di mattina per salire su un treno per andare a Roma e di chi è rimasto a casa a tifare per noi. E’ un applauso che deve spingerci a continuare perché abbiamo saputo raccontarci e abbiamo saputo regalare emozioni.

Ecco i 100 secondi presentati al festival: