LA LUNGA MARCIA VERSO ISRAELE

Alla fine dell’Ottocento Parigi e la Francia intera erano in subbuglio per il caso Dreyfus.

Dreyfus era un capitano dell’esercito francese accusato di spionaggio, pur senza nessuna prova. Molto più  semplicemente perché era di religione ebraica.I giornali di quella fine del secolo, si tratta degli ultimi anni ‘90, erano pieni di commenti e polemiche sugli ebrei ed  i loro diritti. Ciò in conseguenza del fenomeno della diaspora, cioè della dispersione degli ebrei in tutto il mondo, conseguente la distruzione del tempio di Gerusalemme  da parte dei Romani nell’anno 70 d.c. Da allora la vita di un popolo che aveva perso tutto, oltre alla terra, anche il più minimo dei diritti, fu caratterizzata da un continuo  succedersi, a seconda dei luoghi e delle epoche, di vessazioni, discriminazioni, massacri, e tentativi forzati di conversione ad altre religioni.Solo dopo 17 secoli di umiliazioni e di vita da reclusi nei ghetti, gli ideali della Rivoluzione Francese fecero sì che anche agli ebrei venisse concesso il diritto di cittadinanza e la libertà di professare il loro culto. Napoleone organizzò nei primi anni del 1800 un concistorio di tutti i Rabbini dell’Impero, per discutere della cittadinanza e del culto. Iniziò così un lungo periodo di relativa tranquillità per gli israeliti di tutta Europa dopo che altri paesi seguirono le orme della Francia, come ad esempio la Germania, l’Inghilterra  e l’Olanda, la quale per altro aveva già accolto ebrei in fuga dalla Spagna nel 1492. Si creò, quindi fra il 1700 ed il 1800 un tipo di ebreo nuovo: l’ebreo assimilato ed illuminato. Moltissimi abbandonarono i ghetti e le scuole talmudiche  per iscriversi nelle università e scuole superiori dopo che le nuove leggi avevano aperto le scuole di ogni ordine e grado  per gli ebrei.
images (2)Già  a metà dell’ottocento in molti paesi dell’Europa Occidentale era nutrito il numero degli ebrei nella medicina, nelle professioni e nella libera imprenditoria. Ma i conservatori ed i cattolici fanatici  nella Francia di fine 800 cominciarono ad essere irritati, e direi quasi invidiosi, ciò era dovuto in gran parte  a secoli di  antisemitismo cristiano.Il caso Dreyfus fa scatenare una battaglia giornalistica e parlamentare, con anche scontri di piazza in tutta la Francia facendo sì che questo affaire  travalicasse i confini del paese. Tutti i giornali d’Europa inviarono corrispondenti per seguire il processo. Fra questi vi era un brillante cronista di un giornale di Vienna, Teodor Herzl che assistette al processo e ne fu colpito in modo molto profondo anche per via della palese ingiustizia che si stava perpetrando nel cuore della civile Europa del 1895.Herzl era un ebreo che oltre ad avere orgoglio per il suo popolo e le sue tradizioni si sentiva  perfettamente integrato nell’Austria ed era lieto di definirsi austriaco di religione ebraica.Dopo il processo, Dreyfus si convinse che nonostante questa patina di apparente uguaglianza vi era nei popoli e nei paesi un virus sempre pronto a ravvivarsi, e cioè quello dell’antisemitismo. Quasi di getto nel 1896 dopo mesi di notti insonni e di studio si convinse che solo con uno stato vero e proprio si sarebbe risolto  il problema della questione ebraica. Definì questo movimento di idee  politiche  Sionismo, cioè idea del ritorno  alla terra dei Padri.  Nacque così il libro  “Lo stato degli Ebrei” che si proponeva di risolvere i problemi sopracitati  con la nascita di un forte movimento volontaristico, unico nella storia, di ripristino nella terra d’Israele  del popolo che quella terra dovette abbandonare duemila anni prima. Quando il libro uscì destò un notevole interesse soprattutto nelle nazioni come la Germania o l’Impero Asburgico dove l’antisemitismo era endemico. Non mancarono neanche gli scettici ed i contrari soprattutto fra gli assimilati, che tacciavano di ridicolaggine Herzl. I  rabbini  vedevano in queste idee una trasgressione  del precetto che solo il Messia avrebbe restaurato lo stato ebraico, e tacciarono di eresia Herzl ed il suo gruppo di sostenitori.

Ma a volte la storia, detta delle sorprese, e nel prossimo  articolo cercherò di raccontarvele.

Antonio

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