In Ricordo di Emmanuel Levinas

Levinas-portraitL’anno prossimo saranno trascorsi vent’anni dalla scomparsa di uno di quelli che ormai umanamente si può annoverare fra i maggiori filosofi del novecento.

Levinas, ebreo di origine lituana,  arrivò in Francia giovanissimo e si dedicò con profitto e talento agli studi filosofici in particolare modo approfondendo sia la fenomenologia di Husserl che il pensiero ontologico di Martin Heidegger. Proprio da Martin Heidegger, che il giovane filosofo  riteneva uno dei principali pensatori del suo tempo, egli ricevette una terribile  lezione: infatti Heidegger aderì al nazismo per diventare rettore di università e approvò le politiche antisemite dei tedeschi.

Nelle interviste e nelle riflessioni che Levinas dedica a questa vicenda traspare una profonda amarezza  e si capisce come questo abbia poi inciso sul suo pensiero. Se da giovane aveva messo l’ontologia al primo posto, nella maturità  elaborò una filosofia sì esistenzial-fenomenologica  ma  la concepì come una vera e propria antropologia nella quale sostiene con dovizia di argomenti che l’etica  è precedente e prioritaria rispetto all’ontologia.sguardo

Levinas parla nelle sue opere dell’ ‘autrui’ (cioè dell’altro) ed in particolar modo nella sua essenza fondamentale e cioè lo sguardo ed il volto. Queste caratteristiche  fanno capire come il dogma filosofico assoluto  sia quello dell’imperativo biblico: tu non ucciderai, mai, per nessuna ragione il tuo simile. Questa antropologia porta poi ad elaborare una teoria dell’epifania cioè della manifestazione del volto altro come eterno imperativo etico.

Oltre che agli studi di filosofia teoretica Levinas si dedicò con particolare impegno agli studi di ebraismo ed in particolare di quell’ enorme mare magnum del Talmud. Per decenni diresse le settimane di incontro fra gli studiosi ebrei francesi. Molti hanno addirittura pensato date le basi antropologiche, di cui abbiamo fatto cenno,  che Levinas  avesse molto congeniale per la sua struttura di pensiero  il mondo della Bibbia, in cui la prassi ed i valori etici sono la base del sistema religioso giudaico. Memorabili le sue letture del talmud cui venne introdotto da un maestro itinerante ebreo che conosceva dieci lingue e che girava l’Europa utilizzando come mezzo di sostentamento i proventi delle sue lezioni. Levinas  non è mai stato particolarmente interessato all’ecumenismo mentre era un fervente sostenitore del sionismo e dello stato ebraico cui talmud_2dedicò  memorabili saggi.

Lo spazio a mia disposizione non consente se non di dare qualche semplice nozione di un cammino intellettuale durato cinquant’anni e che rappresenta, come dicono i più autorevoli  dei suoi studiosi, una tipica espressione dell’ebraismo est-europeo che a Parigi ebbe circoli intellettuali  di notevole spessore.

In attesa delle celebrazioni in suo onore  diciamo, ebraicamente, il suo ricordo sia una Benedizione.

ANTONIO

La Shoah nel pensiero di Hans Jonas

jonasIl dramma del genocidio nazista degli ebrei, che grazie alla istituzione della Giornata della Memoria che viene celebrata ogni anno il 27 Gennaio, data della liberazione di Aushwitz, ha in questi ultimi anni  portato a conoscenza del grande pubblico molti dati ed elementi di carattere storico, memorialistico e filosofico, ha portato molte persone ad interrogarsi sul perchè di tutto questo dramma di portata indefinibile. Possibile che nella civile Europa, culla della cultura mondiale, si è verificato un fatto che per sua natura sembra quasi ascrivibile ad un massacro da orda primordiale, come direbbe Freud?

Molti sono stati i pensatori, ebrei e non, che si sono posti questi inquietanti interrogativi. OLYMPUS DIGITAL CAMERAFra i tanti testi pubblicati sull’argomento, nonostante la sua brevità,  è di particolare interesse il saggio del filosofo ebreo tedesco, Hans Jonas, conosciuto a livello internazionale per il suo studio sul pensiero gnostico  e sul cristianesimo primitivo. Il libro che ha per titolo “Il concetto di Dio dopo Auschwitz” affronta  con un taglio del tutto  particolare il problema, proprio  sulla base degli studi del suo autore. Jonas ricorre alla gnosi ebraica  medievale e rinascimentale per cercare di dare una risposta, Auschwitz-Birkenau_memorialanalizzando le dottrine della Cabala, cioè delle tradizioni esoteriche  che a partire dal 1200 trovano uno spazio nel misticismo di questa particolare religione. Jonas parla nel suo saggio, in particolare della cabala di Isaac Luria, vissuto fra il 1400 ed il 1500  che concepisce la creazione dell’universo come un’esplosione  primordiale da cui poi sono partite tutte le emanazioni e le luci del Creatore.

Come spiegare dunque che questo Onnipotente , che ha creato un universo  non abbia potuto salvare il suo popolo, cui era stata conferita l’elezione fra le nazioni della terra?

Jonas analizza compiutamente la dottrina di Luria e scopre che dopo la rottura dei vasi, cioè la creazione, viene elaborata dal grande mistico una dottrina del tutto particolare e cioè  quella delloTzimum o restringimento.

In pratica Dio secondo Luria dopo la creazione si sarebbe  come ristretto e quindi ritirato TikkunOlamdalla  sfera dell’universo per abbandonare il mondo al suo corso. Per Jonas questo argomento della restrizione dell’onnipotenza, spiegherebbe  il perchè di questo, per usare un ossimoro, fragoroso silenzio di Dio sulla Shoah. Vi è poi sempre nel sistema mistico sopra enunciato il concetto di Tikkun e cioè di restaurazione. In pratica se Dio si è ritirato dal mondo creato potrebbe anche intervenire in maniera trascendente per ripristinare l’ordine  infranto. Jonas si rende conto  nel suo lavoro di come questa spiegazione sia unica nel campo di questi studi.

Si può affermare che anche se ciò non è una soluzione a questo angoscioso problema, almeno è una consolazione pensare che Dio non è colpevole.

 

ANTONIO

Gita a Chianciano

Volevamo rendere partecipi tutti coloro che ci seguono sul blog di una gita “fuoriporta” a cui abbiamo partecipato: un’iniziativa sportiva con un’importante valenza socializzante e d’integrazione.

Lasciamo che siano i nostri ospiti che hanno aderito all’iniziativa a raccontarla…

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Stefano:

A Chianciano  mi sono divertito molto. Abbiamo fatto molte partite sia  a pallavolo che  a calcetto. Ci siamo classificati al  primo posto a calcetto  e secondi  a pallavolo.

Eravamo in  un albergo  e mangiavamo  molto bene.IMG_0298 Ci alzavamo alle ore otto, facevamo colazione  e poi andavamo al campo all’incirca alle ore 10.30.

Il  torneo di calcio  era articolato  su 2 gironi  di 4 squadre  ciascuno. Le prime due squadre dei 2 gironi erano ammesse alla finale. Noi ci siamo classificati primi nel girone  e abbiamo vinto la finale contro la squadra di Sondrio. Invece a pallavolo ci  siamo classificati secondi perché abbiamo perso  la finale sempre contro Sondrio.

Abbiamo  avuto la fortuna di avere preso 3 giornate  di sole.

Renzo:

IMG_0285Il torneo organizzato su diverse squadre ci ha dato l’opportunità di conoscere anche diverse persone. A mio avviso è stato molto duro, soprattutto per gli orari mattutini. I giocatori erano combattivi e desiderosi di vincere. Ritengo che la posizione da noi occupata alla fine del torneo ce la siamo veramente meritata: ci siamo organizzati durante il gioco e abbiamo sfruttato i minuti di time-out concessi dall’arbitro.

Nell’albergo il mangiare era molto buono, le stanze erano ordinate, l’ambiente era molto bello e le persone si sono comportate bene.

L’esperienza acquisita durante questi giorni mi ha fatto capire che è bello partecipare ed essere sportivi, però tutti cercano di vincere.

Abbiamo fatto molte foto anche con la coppa in mano e la premiazione è stata effettuata dall’assessore del Comune di Chianciano Terme che ha gradito molto la nostra presenza.IMG_0304

Dovrebbe più avanti uscire anche un articolo sul giornale ‘Il Resto del Carlino’, però non sappiamo il giorno preciso.

Una cena diversa dal solito

IMG_0343La Pasqua Ebraica, che prende questo nome dalla parola ebraica pasaq, cioè “passaggio” dalla schiavitù egiziana alla liberazione attraverso l’esodo del popolo israelita guidato da Mosè e Aronne verso la terra promessa, è caratterizzata da numerose simbologie e rituali, in quanto questo avvenimento è ricordato tutti i  giorni nelle preghiere ed è il momento storico fondante dell’architettura della teologia ebraica.

La Bibbia, nei libri dell’esodo e del levitico, parla già, in testi databili intorno al VI-VII secolo
avanti era volgare, delle prescrizioni per questa solennità. Innanzitutto il mangiare pane non lievitato, in quanto nella fretta della fuga non c’era possibilità di impastarlo, e l’agnello pasquale che doveva essere mangiato arrostito da ciascuna famiglia. La Bibbia impone poi per otto giorni di non mangiare o bere alcuna cosa lievitata e di astenersi dal lavoro il primo e l’ultimo giorno della ricorrenza.IMG_0345

Ai tempi del Tempio di Gerusalemme convergevano nella grande città decine di migliaia di persone per immolare il sacrificio e celebrare la cena rituale. Dopo la distruzione del Tempio da parte dei romani nel 70 d.C. la Mishna (la messa per iscritto delle tradizioni orali ebraiche da parte dei rabbini che riorganizzarono la liturgia senza tempio nel I secolo) cristallizza il cerimoniale della cena che dopo quasi duemila anni, salvo alcune varianti liturgiche del Talmud (studio scritto della legge risalente al VI secolo era volgare), è uguale a quello celebrato oggi: la sera dell’antivigilia si elimina in ogni casa ebraica e nelle sue pertinenze qualsiasi cosa a base di frumento, granturco, orzo, avena, malto e spelta e i residui di briciole di questi cibi vengono poi bruciati la mattina della vigilia. Ora in quella casa per otto giorni vigerà la tolleranza zero verso tutto ciò che fermenta.

IMG_0344La sera si celebra il seder, cioè l’ordine delle azioni liturgiche che compongono il cerimoniale del pasto rituale. Sul tavolo vi è un vassoio con tre pani azzimi coperti da una tovaglietta, un uovo sodo (simbolo del ciclo della vita), delle erbe amare, un impasto di datteri e spezie che ricorda il cemento con il quale gli schiavi ebrei impastavano i mattoni per gli oppressori egiziani. Per seguire il cerimoniale tutti i commensali hanno un libro detto “della narrazione”, che contiene tutti i brani da recitare. Sulla tavola solo bottiglie di vino ritualmente puro cioè preparato da ebrei osservanti del Sabato sotto sorveglianza rabbinica così come i pani azzimi che provengono dalla terra d’Israele. A questo punto il bambino più  piccolo della tavola chiede come mai questa sera sia così diversa da tutte le altre sere e come mai si mangia pane azzimo ed erbe amare.IMG_0346

A questo punto, dopo aver tolto e rimesso il vassoio sul tavolo per incuriosire i bambini, inizia la narrazione della schiavitù e della liberazione. Si legge di rabbini che passano la notte a  parlare della liberazione, delle dieci piaghe, dei doni del Signore, che sarebbero stati molti anche se ce ne avesse dati pochi, ed inoltre si cantano i salmi alleluiatici e le benedizioni sui bicchieri di vino e sul boccone composto da datteri , erbe amare  e pani azzimi. Dopo tutto questo si cena, strettamente kasher (puro, conforme alle regole), e dopo la cena si recita la benedizione e quindi anche alcuni canti tradizionali di ogni comunità, che a Modena, in un paio casi, è d’uso leggere in dialetto. Questa lunga veglia rituale si conclude con la rituale frase “L’anno prossimo a Gerusalemme!”

Buona Pasqua a tutti!

 

Antonio

Wicca… ma che cos’è’?

Wicca-206x300Molti di voi vedendo il titolo di questo articolo saranno rimasti un poco sorpresi dal suo oggetto. Wicca è una parola di origine inglese diminutivo della parola witchart che signifia stregoneria. A differenza di quanti si stupiranno la Wicca è una religione di origine pagana creata dalle antiche popolazioni celtiche del nord Europa  fin da tempi remotissimi. La wicca non ha niente a che fare con il diavolo od il satanismo, ma in realtà è una religione della natura che si manifesta nei suoi cicli che vengono celebrati dai suoi seguaci nei solstizi e negli equinozi con particolari riunioni. Una di queste occasioni è il 31 ottobre che in Italia è diventata celebre, come del resto in America, soprattutto per i suoi risvolti commerciali anche se in realtà migliaia di congregazioni di streghe in tutto il mondo la celebrino. Il new age, di cui abbiamo parlato in un precedente pezzo, annovera la religione della wicca fra le sue pratiche più importanti. Una religione praticata con quella prassi che nel Medioevo caratterizzava le streghe o malefiche: in realtà quelle migliaia di donne che alimentarono i roghi dei tempi dell’inquisizione erano il residuo delle antiche tradizioni europee prima dell’avvento del cristianesimo. wicca-1

Negli anni 50 del secolo scorso un antropologo inglese, Gardner, scoprì nel suo albero genealogico di essere discendente di una strega bruciata sul rogo nel 1640. Dopo una lunga  serie di  iniziazioni e prove che alcuni stregoni fecero fare a Gardner  egli venne finalmente inserito in una congrega e gli vennero insegnati tutti i rituali. Gardner  capì che gli ultimi stregoni avrebbero  finito la trasmissione della tradizione a causa della segretezza assoluta con cui si muovevano portando l’ antico culto pagano all’estinzione. Da qui la pubblicazione dei libri rituali da parte di Gardner, che così riattivò un grosso interesse verso questo modo di vita. I Wiccan, come si fanno chiamare oggi,  credono nella reincarnazione e nelle energie psichiche  che ciascuno di noi può attivare seguendo le regole. Il moderno wiccan pur ancora segretamente, pratica rituali con i cristalli, i fiori di bach, oppure utilizza bacchette magiche o sfere di cristallo. Si presume che dopo la divulgazione dei rituali i wiccan siano ormai parecchie migliaia fra l’America l’ Inghilterra e l’Europa.images (1)

Chi l’avrebbe mai detto che forse la vostra vicina di casa  faccia riti pagani o che sia una strega? Nel mondo del new age anche questo è possibile.

Antonio

Il ritorno della gnosi

4.0.3La gnosi è antichissima, le sue origini vanno a ricercarsi nei primi due secoli dell’era Cristiana, quando molti fra i nuovi aderenti  alla nuova fede che si era staccata dall’ebraismo proposero un modo diverso di praticare la fede rispetto a quello delle prime comunità che erano sorte nel nome del Nazareno. La gnosi ha come significato ‘conoscenza’, ma non una conoscenza appresa da tutti e da tutti condivisa, bensì un sapere esoterico cioè una cosa occulta il cui significato è comprensibile da parte dei soli iniziati.

La gnosi cristiana si formò molto precocemente ed ha fra i tanti capisaldi del suo sistema quello o di un Gesù solo uomo o un’immagine eterea che poi solo gli iniziati possono vedere o un angelo che porta la salvezza. La Chiesa Ufficiale, fin dal secondo secolo con Ireneo, Vescovo di Lione, si rese conto del grave pericolo che sette più o meno piccole potessero minare la fede biblica con dottrine a dire il vero molto fantasiose  o troppo chiuse quasi sul modello dei culti misterici romani e greci. Vinta la battaglia da parte dell’ortodossia, per quasi duemila anni non si seppe più nulla della gnosi, fino a quando alcuni Beduini in Arabia trovarono una giara di terracotta contenente i vangeli gnostici più importanti nella loro versione originale.

Si tratta in particolare  dei manoscritti di Nag Hammadi con il testo integrale del vangelo gnostico di Tommaso ed altri minori. Questo negli anni ‘50 e ‘60 portò alla conoscenza del grande pubblico questa fetta di storia del Cristianesimo che fino ad allora era stata vista dalla parte dei vincitori.

esoterismo-cristianoDopo questa sintetica premessa possiamo dire  che da almeno trent’anni in tutto il mondo occidentale si assiste, dopo l’annuncio negli anni ‘60 dell’età dell’Acquario,  ad un proliferare di dottrine esoteriche che sembravano destinate all’oblio. E’ ripreso l’interesse per le dottrine ebraiche esoteriche come la kabbalah che vedono il diffondersi di scuole quasi ovunque, per le massonerie più o meno ufficiali, la stregoneria, gli oroscopi per arrivare al proliferare di veri e propri movimenti di massa come quelli dei seguaci dell’astrologia, dell’induismo, del buddismo tibetano e più di recente  il diffondersi delle scuole dei fiori di Bach e dei cristalli. Anche lo spiritismo che adesso ha cambiato nome in ‘channeling’ era almeno un secolo che non trovava così tanta audience. Queste brevi note sono chiaramente  insufficienti a trattare la vastità e complessità del fenomeno New Age, la gnosi del terzo millennio,  ma fanno riflettere su come anche a distanza di millenni nel mondo occidentale spesso, come direbbe Giovan Battista Vico, assistiamo a corsi e ricorsi storici.

Antonio

Gesù e il Dalai Lama

IMG_0256In questi ultimi tempi ho appena finito di leggere un interessante volume che ha per oggetto il titolo del presente articolo. Il Dalai Lama, massima autorità del buddismo tibetano, vive dal 1959 in India, in esilio, in quanto sia la sua religione che il suo popolo sono oggetto di una feroce politica di genocidio e repressione culturale da parte delle autorità della Cina Comunista. Massima fra le autorità del pacifismo mondiale, il Dalai Lama ha ricevuto il premio nobel per la pace nel 1989.

Alcuni anni fa a Londra si è svolto un ciclo di conferenze su Gesù ed il buddismo tenuto da autorevoli esperti delle più importanti confessioni religiose. Da un primo approccio sembrerebbe quasi impossibile trovare punti di contatto fra le due religioni, che hanno antropologie, cosmologie e pratiche differenti, in maniera radicale. Nel Buddismo non vi è una sola storia che inizia e termina con l’azione di Dio, hh4come nelle tre grandi religioni monoteistiche, ma vi è una sorta di successioni di ere che a loro volta si ripetono in una serie di eoni infiniti. Inoltre anche per quello che riguarda l’immortalità dell’anima si viaggia su due binari completamente differenti. In occidente, la tradizione giudaico-cristiana crede in una sopravvivenza dello spirito individuale, mentre il buddismo (a seconda delle scuole) ha una sorta di annientamento nel nirvana e quindi di liberazione dello spirito dal ciclo permanente delle ere, dato che questo alternarsi di esistenze, se riguarda comportamenti riprovevoli, può ritardare di centinaia di volte, che diventano poi reincarnazioni  di persone con una vita difficile.

La cosa più interessante che è venuta alla luce da questi colloqui bilaterali è stata la grande umiltà del Dalai Lama che ha candidamente ammesso, nonostante la sua sterminata cultura, di non essersi mai approcciato al tema dei Vangeli e del Cristianesimo in generale. Nonostante la novità dei contenuti biblici che egli ha letto è riuscito a tessere una trama di punti comuni NORWAY DALAI LAMAfra le due religioni in particolare modo per quanto riguarda la presenza in entrambe di forme di compassione e misericordia. Il Dalai Lama si è detto colpito da queste assonanze che potrebbero portare ad ulteriori confronti fra le due religioni. Il Vangelo di Matteo con il suo meraviglioso discorso delle beatitudini ha molto colpito l’esponente tibetano che ha anche ammesso che nonostante le differenze si può avviare un processo di collaborazione fra  Asia e Occidente sulla base della compassione ed inoltre sarebbe possibile una pratica comune di meditazione e preghiera contemplativa.

Questo seminario, che ho cercato modestamente di riassumervi, ha aperto un nuovo spiraglio per il terzo millennio, dove a causa della globalizzazione tutto è disponibile per tutti.

Antonio